Presentata il 30 ottobre alla casa d’aste milanese Il Ponte, la monografia “Il mondo di Poggi”, a cura di Roberto Dulio, Fabio Marino, Stefano Andrea Poli, edita da Electa, è dedicata alla leggendaria azienda pavese produttrice di mobili e a Roberto Poggi, classe 1924, artigiano protagonista di una storia esemplare e al tempo stesso atipica. Con il fratello Ezio, Roberto infonde i saperi artigiani del padre Carlo, che negli anni ‘30 aveva trasformato il piccolo laboratorio paterno di Pavia nella ditta Luigi Poggi & Figli dedicata alla produzione di arredi su commissione, a una produzione di arredi innovativi in cui si leggono sia l’eredità della tradizione manifatturiera lombarda, che gli stimoli dalla cultura architettonica e artistica della Milano del dopoguerra. A partire dalla fine degli anni ‘40, il luminoso sodalizio con un progettista raffinato come Franco Albini testimonia la capacità di Poggi di condividere e affinare la tensione espressiva dell’architetto, esaltandola in arredi destinati a diventare icone del design italiano. La cura (maniacale) del dettaglio, dell’incastro, della disposizione della venatura del legno accomuna tutti i prodotti nati nei 50 anni dell’attività dell’azienda, cessata purtroppo nei primi anni 2000, e si ritrova intatta negli arredi realizzati o solo progettati da Corrado Levi e Laura Petrazzini, Umberto Riva, il giovane Renzo Piano, Ugo La Pietra, Afra e Tobia Scarpa, Achille Castiglioni, Marco Zanuso, Vico Magistretti. Progettisti che a Pavia non trovavano solo un esecutore. Poggi, il cui rapporto fisico e tattile con i materiali degli arredi è paragonabile a quello dell’artista alla ricerca di una personale coerenza formale con la materia e la tecnica, è stato un ispiratore e una personalità maieutica del design italiano. Non è un caso che degli amici pittori – tra gli altri Mauro Reggiani e Gianni Dova – Poggi, mosso dalla sua curiosità culturale e da un intuito felice, sia stato anche un precoce collezionista.