Storytelling dal mondo del design (ma non solo)
In un’epoca in cui il desiderio di autonarrazione porta sulle pagine di libri cartacei e digitali le vite della common people erodendo il concetto secondo il quale sia necessario aver fatto qualcosa di memorabile per veder celebrata la propria biografia, un volumetto recentemente uscito per i tipi di List Lab rimette a posto, nel suo piccolo, le cose, puntando l’obiettivo su figure più che note e influenti nel mondo del design e del progetto. Ma, anche, ridimensionandone fama e notorietà grazie a un escamotage che, come la “livella” di decurtisiana memoria e senza timori reverenziali, concede a ciascuno un tempo di esposizione minimo, concentrato, mai banalmente elogiativo. Questo l’espediente narrativo: l’autore restituisce le vite dei personaggi tracciandone brevi, sapidi, non di rado ironici ritrattini rigorosamente basati sul fatto di averli incontrati fisicamente nel corso della propria vicenda umana e professionale. 99 Biogenie – People into design tales, il titolo del libro. Giulio Ceppi, architetto e designer di profilo internazionale con una marcata (lombarda) propensione alla concretezza e all’understatement, l’autore. Che non ha dedicato più di una paginetta a ogni nome, da Achille Castiglioni a Santiago Calatrava, da Bruno Munari a Fabio Novembre a Frank Gehry. Con qualche inattesa incursione – per allontanare il rischio di sindrome “da recinto” – in ambiti creativi eccentrici rispetto a quello della progettazione. Qualche esempio? Gli incontri con Elio e le Storie Tese, Oliviero Toscani, Gualtiero Marchesi. (L.P.)