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Storia del bagno. Com’è cambiato il wellness in 50 anni

“Il Bagno. Culto e Cultura” è il titolo del volume che la rivista “Il Bagno Oggi e Domani”, DBInformation, ha pubblicato per celebrare i suoi 50 anni di attività. Il libro si è avvalso della collaborazione, per il layout design, di Odo Fioravanti e, per la sezione dedicata ad oltre 50 aziende del settore, di Luisa Pianzola di Fattidistorie. Attraverso voci e storie dei protagonisti del mondo del wellness il libro racconta come in cinque decadi (dal 1973, anno di fondazione della rivista, al 2023) si sia formata la cultura di un settore in continua evoluzione e oggi più che mai al centro dell’interesse di consumatori e interior designer. L’uscita del libro è stata accompagnata da una mostra al Museo dell’ADI di Milano patrocinata, tra gli altri, da ADI, Assobagno di FederlegnoArredo, Cersaie e Confindustria Ceramica, IED, ISH e Messe Frankfurt, Scuola di Design del Politecnico di Milano.

Bionic reading: tool di ultima generazione per esperienze di lettura inclusive e personalizzate

Nell’era della comunicazione, in cui diffondere e accedere a informazioni, cultura e condividere esperienze sono ormai must irrinunciabili, la fruizione di testi e di ogni tipo di divulgazione scritta per molti, purtroppo, non è così scontata. Sempre più spesso, soprattutto tra i giovani, si riscontrano difficoltà nella comprensione dei testi come dislessia, bassa attenzione visuo-spaziale, incapacità di concentrazione. Ma con l’avvento di tecnologie informatiche, device e software sempre più sofisticati, negli ultimi anni la ricerca sulla dislessia e sulle strategie di trattamento più efficaci ha iniziato a includere sistemi sempre più innovativi per facilitare la velocità e l’accuratezza di lettura: tra gli altri – oltre Easy Reading Font, carattere tipografico ad alta leggibilità nato a Torino nel 2010 –, uno tra i più recenti e affascinanti è il Bionic Reading (lettura bionica). Si tratta di un’innovazione rivoluzionaria che, integrando le tecnologie atte a migliorare l’esperienza di lettura (occhiali bionici o lenti intelligenti), attraverso funzionalità come il riconoscimento ottico dei caratteri e la regolazione automatica del contrasto si adatta alle esigenze specifiche dell’utente offrendo un accesso più inclusivo ai contenuti scritti. Andando oltre la semplice correzione visiva, questo metodo introduce anche la possibilità di traduzioni istantanee, ricerche rapide e sintesi automatiche del testo, ampliando non solo l’accessibilità per le persone con disabilità visive, ma migliorando l’efficienza e la comprensione da parte di tutti. Ideato dal designer tipografico svizzero Renato Casutt e insignito del German Design Award 2023 e del German Innovation Award 2023, il Bionic Reading è un particolare sistema di visualizzazione del testo consistente nell’evidenziazione tramite grassetto delle prime lettere che compongono ogni parola.
Come illustrato anche sul sito ufficiale dello strumento, il motivo per cui il Bionic Reading facilita la lettura risiede nella presenza di punti di fissazione “artificiali” che guidano l’occhio del lettore.
Ciò che avviene quando un utente (dislessico o meno) si trova di fronte a un testo è un complesso processo di decodifica dei simboli che compongono ciascuna parola, di associazione della singola parola al suo possibile significato e di interpretazione del senso generale della frase.
Nel caso di persone con dislessia, questo processo risulta particolarmente difficile e pieno di ostacoli, che possono però essere ridotti grazie ad accorgimenti relativi allo stile grafico del testo. Esistono ad esempio dei font specifici ideati per persone dislessiche oppure delle linee guida su quali font e stili sia meglio utilizzare: i sans serif (senza grazie, ad esempio Helvetica, Arial, Calibri) sono da preferire ai serif (come Times New Roman, Baskerville), la distanza tra le singole lettere di una frase dev’essere sufficiente (da evitare font che prevedono una compressione orizzontale dei caratteri producendo una sensazione di “affollamento” delle lettere sulla pagina) e così via. Inducendo il lettore a concentrare l’attenzione su punti di fissazione artificiali focalizzati all’inizio della parola, la lettura bionica gli fornisce una sorta di “navigatore” che lo guida da un punto all’altro per tutta la durata del testo. La scelta di evidenziare solo l’inizio della parola non è casuale: in molti casi, infatti, il cervello auto-completa le parole che legge confrontandole automaticamente alle rappresentazioni mentali che quella specifica combinazione di lettere ha nel suo vocabolario e creando un’associazione di significato ancor prima di terminare la lettura. I primi studi condotti su persone con dislessia hanno mostrato come l’utilizzo del Bionic Reading renda in molti casi la comprensione di un testo più agevole già dopo una sola lettura, e i vantaggi di questo metodo non coinvolgono solo chi ha difficoltà nel leggere, ma anche chi desidera migliorare la propria velocità o comprensione dei testi assorbendo concetti nel minor tempo possibile, magari per essere più produttivi ed efficienti sul lavoro o nello studio. È possibile farsi un’idea in prima persona di come funzioni il Bionic Reading grazie al tool gratuito messo a disposizione dal team di sviluppo che consente di trasformare qualsiasi testo, documento o pagina web in un testo bionico.

 

Che impresa la mia vita

sandra
Una quotidianità piena di impegni (è presidente della Cna Picena di Impresa Donna), 15 dipendenti e centinaia di clienti che ogni giorno si affidano al suo centro estetico Akos di Ascoli Piceno.
Ma la storia di successo di Sandra Gouveia, brasiliana e ascolana d’adozione, nasconde risvolti complessi che valeva la pena raccontare. Nasce così Che impresa la mia vita, memoir in cui l’imprenditrice si racconta mettendo in luce la voglia di riscatto, il sorriso e l’energia che da sempre la caratterizzano.
«Ho vissuto dieci vite in una – scherza Sandra – , per questo volevo far conoscere al pubblico chi sono veramente. Dopo un’infanzia molto difficile, sono partita dal Brasile con 200 dollari in tasca e, una volta in Italia, ho studiato, mi sono rimessa in gioco e ho aperto la mia attività. Con questo libro spero di diffondere un messaggio di ottimismo e determinazione per tutte le donne».
Le testimonianze dell’autobiografia sono state raccolte da Gianluca Vagnarelli, editing di Luisa Pianzola.

La storia della Came diventa un libro

“Per fare il futuro bisogna essere capaci di immaginarlo, raccontarlo e dotarlo di significati abbastanza coinvolgenti da convincere altre persone a seguire lo stesso cammino”. Paolo Menuzzo, fondatore di CAME, sintetizza così la storia del gruppo veneto che in quasi di 50 anni è diventata una realtà leader a livello mondiale nel settore dell’automazione. Questa capacità di coinvolgere le persone è anche del figlio Andrea, la seconda generazione Menuzzo, CEO dal 2005. Alla base del successo le persone, che sono il motore della crescita di un gruppo internazionale che mantiene il suo quartier generale alle porte di Treviso. Paolo Menuzzo è un rappresentante emblematico del contesto imprenditoriale e sociale del nord-est. Un uomo che ha fatto suo il detto popolare “quando si chiude una porta si apre un portone” e ogni volta nelle situazioni problematiche ha saputo volgere lo sguardo oltre l’ostacolo, mantenendo salda la leadership e il ruolo di imprenditore anche quando arriva il momento di far entrare in azienda la seconda generazione e ritagliarsi il ruolo di Presidente. Il figlio Andrea, di fronte alla sfida di gestire un gruppo in forte sviluppo, sperimenta nuove possibilità di business in un momento dinamico ma anche incerto, dove per crescere era necessario innovare su più fronti. Nel libro “I Menuzzo e Came. Una storia di passione per il prodotto, i clienti e le relazioni” la storia di questa azienda, scritta dal docente universitario Andrea Moretti, è raccontata in prima persona da Paolo Menuzzo che ne illustra i passaggi salienti, dalla fine degli anni ‘70 mentre Andrea Menuzzo tratteggia i cambiamenti della storia più recente del gruppo, dagli anni 2000 ad oggi.

Un regista per il made in Italy

Giorgio Oppici ha realizzato tanti video ma chiamiamoli short movies perchè di piccoli film si tratta, molti dedicati al mondo imprenditoriale italiano e ai suoi prodotti. E tutti ispirati, con qualcosa di catturante e coinvolgente. Come il bellissimo “La bella addormentata”, dedicato a un’automobile leggendaria, la Cisitalia D46, invecchiata e custodita (con grande amore) in un garage in campagna. Il suo magico tocco fa emergere la vita segreta che scorre nelle fabbriche, nei ristoranti, negli alberghi, nelle cantine che rappresentano il tessuto più prezioso dell’industria manifatturiera, di quella dell’accoglienza e del turismo italiani. E se a rendere poetico “Il barbiere di Fasano”, cioè il signor Nicola Lombardi che da 50 anni tutte le mattine alle 6.30 apre il suo piccolo salone nella cittadina pugliese, contribuisce anche il commento musicale di Erik Satie, descrivere con empatia l’attività del Gruppo Novellini, industria mantovana costruttrice di box doccia, era un’impresa più complessa. Eppure la cinepresa di Oppici ci riesce benissimo.

Come ti racconto il design

Eterogeneità, interdisciplinarietà, Ibridazione: sono queste le chiavi interpretative nelle quali leggere Design Storytelling. Design e comunicazione nell’era della complessità, volume pubblicato dall’architetto e designer Giulio Ceppi, con Domenico D’Alessio, per i tipi di Stefano Lupetti Editore. Il libro, che fa parte della collana “Manuali imperfetti”, è un insieme di materiali compositi che vogliono aiutare a comprendere gli imprescindibili rapporti tra la dimensione del prodotto e le sue appendici comunicative.

Taxisti…che gente. A Torino la categoria si racconta in un libro

Pregiudizi e luoghi comuni sui tassisti? Tanti. I taxi, chi più chi meno, li utilizziamo un po’ tutti, ma alzi la mano chi, su un percorso conosciuto, non drizza le orecchie per capire se il conducente…bara allungandolo un po’. Sarà anche per questo che il libretto “Taxisti…che gente” edito per Taxi Torino (fusione delle cooperative Radio Taxi 5730 e Pronto Taxi 5737) suscita curiosità.

“Liscio come l’olio”, un memoir per la dinastia dell’olio Sasso

Guido Novaro è l’autore del libro “Liscio come l’olio”, edito da 1001Notte nella collana Nuvole, presentato al Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo qualche giorno fa. Oltre all’autore, protagonisti dell’incontro sono stati lo scrittore Marino Magliani, l’editore Roberto Casalini e Maria Novaro, presidente della Fondazione Mario Novaro. Guido Novaro è il figlio di Cellino, ultimo discendente in linea diretta di Agostino Novaro che nella seconda metà dell’Ottocento creò

Roberto Poggi e la sua azienda. Una storia italiana

Presentata il 30 ottobre alla casa d’aste milanese Il Ponte, la monografia “Il mondo di Poggi”, a cura di Roberto Dulio, Fabio Marino, Stefano Andrea Poli, edita da Electa, è dedicata alla leggendaria azienda pavese produttrice di mobili e a Roberto Poggi, classe 1924, artigiano protagonista di una storia esemplare e al tempo stesso atipica. Con il fratello Ezio, Roberto infonde i saperi artigiani del padre Carlo, che negli anni ‘30 aveva trasformato il piccolo laboratorio paterno

Bisazza, il rivestimento in mosaico di vetro diventa arte

A Bisazza, uno dei brand più autorevoli nell’ambito del design e leader mondiale nella produzione del mosaico di vetro per la decorazione di interni ed esterni, fa capo anche una Fondazione alla quale è stata dedicata una recente monografia edita da Rizzoli. Nell’introduzione il giornalista inglese Ian Phillips scrive che “Se l’eroina vittoriana per eccellenza ideata da Lewis Carroll, Alice, cadesse nella tana di un Bianconiglio del XXI secolo, senza dubbio si troverebbe a suo agio alla Fondazione Bisazza… qui fanno bella mostra di sé una poltrona monumentale multicolore alta più di tre metri, un candelabro sfavillante color argento, di circa 850 chili, ricoperto di migliaia di tessere musive; e una meravigliosa, stravagante automobile rivestita di mosaico.” Il libro è un viaggio dentro